!!!Talebanata di Primavera!!! |
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Report di Sabato 24 Marzo 2007 |
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23° Uscita del Gruppo! Di Claudio Alimonti!!! Considerazioni Finali di Gino Chiuppesi! Sto trepidando da una settimana da quando ho deciso di fare i lavori alla moto ed ora non resta che provarla in off. Si domani è il 24 marzo e ci sarà la “Talebana di Primavera” con partenza da Greve in Chianti per arrivare a Buonconvento. Ieri sera ho sentito Luciano e ci siamo dati appuntamento per partire insieme alle 16.30. Sono le 15 e comincio a preparare lo zaino e l’attrezzatura, faccio tutto con molta calma, ho tempo. Esco e vado a fare il pieno dal “mio” benzinaio ho 15 minuti per fare 2 km così imbocco la Prenestina e dopo poco mi imbatto nel traffico che non posso by-passare neanche con la moto ed è cosi che faccio 10 min di ritardo. Dopo i saluti passiamo ad un piccolo briefing per concordare strada e soste. Pronti! Partenza via si salpa per l’agriturismo che ci ospiterà stanotte. Dobbiamo raggiungere Torrenieri ed abbiamo optato per la strada più veloce ovvero autostrada fino a Bettole-Sinalunga e poi circa 30 km di strada. La sosta la facciamo a metà strada e visto il margine che abbiamo ce la prendiamo comoda. Dopo la sigaretta di rito si va a fare il pieno. Sorridiamo tutti e due vedendo che le nostre moto (KLE500!!!) hanno un consumo decisamente buono: 22-23 km/l. Riprendiamo la strada e Luciano guida con il navigatore. Così i continui incroci che dobbiamo fare dopo aver lasciato l’autostrada scorrono veloci e senza incertezze. Arriviamo a S.Giovanni d’Asso dove ci fermiamo ad una bar per chiedere dove sia l’agriturismo e fare una sosta tecnica. Memorizzate le indicazioni si riparte e dopo 10 minuti siamo sotto la strada bianca che ci porta all’agriturismo. In cima troviamo Gino e Alessandro che sono lì ad aspettare chi deve arrivare in attesa della cena. Così dopo esserci salutati parcheggiamo le moto e smontati i bagagli entriamo. In verità io mi affretto, non vedo l’ora di entrare ho sofferto il freddo alla fine. È così che l’indomani mattina avrò una bella sorpresa. All’interno già attorno al tavolo ci sono Mao, Macs, lo Svizzero con moglie e figlio. L’ambiente è accogliente, caldo e familiare. Ad accoglierci ci sono Meri e Simona (?) ci indicano la stanza e saliamo a lasciare bagagli e a cambiarci per la cena. Quando scendo insieme a Luciano troviamo Carlo ed Enrico e siamo in attesa di altre 3 persone. Uno di loro è a mezzora di strada e allora si decide di aspettarlo gli altri hanno sbagliato strada ed arriveranno a metà della cena. Arriva Stefano da Roma con il furgone, il sorriso ci sale fino alle orecchie: si cena!!!!! Un primo, un altro ed un altro ancora, accompagnati dal vino che ci scalda corpo e anima. Siamo per partire con il secondo ed arrivano i milanesi. Ci arrangiamo a tavola e si riparte per chiudere la cena con una grappina. Ci facciamo una passeggiata, chi scarica le moto e chi fuma. Si fanno due chiacchere poi tutti a nanna. Il mattino sveglia presto per le otto si deve partire. Ci aspetta un trasferimento di quasi 100 km per raggiungere il punto di partenza del giro a Montefioralle. Tutti pronti ci avviamo ad una colazione più che abbondante, un vero spettacolo. Poi arriva Gino e Carlo e siamo in orario, via tutti alle moto che si parte. Mentre tutti ci prepariamo con le regolazioni di rito io vado ad accendere la moto ma ho la batteria a terra!! Ho lasciato le manopole accese tutta la notte e così … non sono l’unico anche uno dei milanesi con il KTM 525 ha la batteria a terra ma lui ha anche la pedivella. Prova a metterla in moto in discesa e non ci riesce. Poi ci provo anch’io … e vai parte !!! E chi la spegne. Mentre tutti noi ci affanniamo a essere pronti lo Svizzero buca l’anteriore, noooooooooo!!! Ci proviamo in tutti i modi ma è proprio una “sfiga della madonna” così tra la rabbia e la disperazione ci dice di andare vedrà cosa fare. Ed è a malincuore che lo lasciamo lì senza poter fare nulla per lui che si è fatto 1400 km per partecipare al giro. Siamo in ritardo abbiamo accumulato quasi 40 minuti e così si parte di gran carriera. Tra una sterrata e paesaggi da rubare gli occhi (non dimentico un mulino tra i boschi lungo un fiume sembrava uscire da un libro) arriviamo al punto di ritrovo praticamente in orario. Saluti di rito poi si va a fare benzina. Al ritorno troviamo Signo con la moto smontata?? Che succede? Il serbatoio perde non può partire così ed allora ci si prodiga a risolvere il problema ma non si può fare nulla se non andare da un meccanico per provvedere alla saldatura. Rimaniamo d’accordo che ci raggiungere appena risolto e riamane in compagnia di MaremmaLucciola, e che compagnia!! Si parte così con poco più di un’ora di ritardo. Si imbocca subito una sterrata e le 39 moto sfilano una dietro l’altra come un lungo serpente ruggente. Il ritmo si mantiene sostenuto ed attraversiamo paesini e paesaggi d’incanto. Il primo problema è la caduta di Stefano che con la sua Super Tènèrè nel dubbio se passare in una pozza o sul cordolo si sdraia. Lui sta bene e lo aiutiamo a tirare su la moto. Si controllano i danni: la leva del freno è piegata. No problem con una chiave inglese abilmente maneggiata Gerry da le indicazioni per riportare in una posizione prossima alla originale il pedale. Si riparte ora nel sottobosco e con pietrame. La moto sembra comportarsi molto bene. Sull’asfalto fatico sulle curve ma qui l’anteriore sembra proprio un’altra cosa, non sento la minima incertezza ma soffro il posteriore che perde aderenza con dei saltellamenti. Siamo proprio tanti ed è agli incroci dove ci alterniamo ad indicare la direzione dove te ne accorgi. Che Famiglia Babbo!! Arriviamo ad Arbia e sono le 13. Abbiamo macinato già la metà dei chilometri e nell’attesa che arrivi un Gruppo ci mettiamo a mangiare. Mentre siamo qui al distributore di Arbia arriva Signo e MaremmaLucciola!! Serbatoio riparato con una saldatura a stagno (10 €) e di nuovo sulla strada. Riprendiamo la strada con 41 moto puntando decisamente verso Buonconvento. Facciamo una deviazione e ci si ferma in un punto spettacolare: di fronte abbiamo Siena! Si vendono le torri svettare come cipressi nel paesaggio dominato dai mille toni di verde e terra. Si prosegue continuando nella macchia, la strada è stretta con pozze e la polvere del mattino è ormai un ricordo. Sali e scendi divertenti curve e curvane ci portano verso il punto finale del giro. Ci fermiamo a fianco di un casale in mezzo al verde. Il cielo è coperto, il sole del mattino ci ha abbandonato dopo il pranzo. Aspettiamo … cosa? L’ok a proseguire. Prima le motorette poi le bicilindriche. Così si aspetta e si vede dall’alto la strada che dovremo percorrere. Costeggia la ferrovia ed è una sequenza di pozze, ma da qui non si capisce molto tranne che il procedere non è veloce. Poi tocca a noi. Si scende lungo lo stradello e arrivati in fondo alla discesa ci troviamo quello che resta di una strada. Sono pozze non d’acqua ma di fango. Davanti a me un Super Tènèrè decide di fare un bagno. Così mi affretto ad aiutarlo. Tiriamo su la moto sale rimette in moto e poi riparte seguendo le indicazioni di Carlo: “devi passare qui proprio qui non preoccuparti…”. Parte ed ad un certo punto la moto sembra sparire nel fango ma come per magia ne riesce. Allora parto anch’io e tirando zampate a destra e a manca entro nel canale poi nelle fossa e ne riesco. Proseguo incontrando poi altre pozze viscide. Le moto sembrano cadere come spinte solo del soffio del vento. Ultimo passaggio è dove si è appostato Gino ma non è così difficile e superato mi fermo per dare una mano. Passano uno ad uno tutti ma a Luciano sembra bloccata la ruota anteriore. È già, è proprio così … ma cosa è successo? Andiamo a vedere ed è il fango che si è infilato sotto il parafango a bloccare la ruota. Ci mettiamo allora a smontarlo per permettere a Luciano di ripartire. Fatto! Tutto fila bene e siamo pronti per il guado se non fosse che per arrivarci si deve passare in un campo con pozze di fango scivoloso più del ghiaccio. Si sdraiano in due. Per uno niente di grave si rialza riparte per Luciano invece si è piegato il pedale del freno e quello del KLE è tosto da addrizzare. Si fa quel che si può e si arriva quindi al Guado. Uno spettacolo!!! Sono circa 20 metri con l’acqua alta almeno 50 cm. La corrente è forte ed il fondo sassoso. Dall’alto della discesa l’immagine è suggestiva con la compagnia della spinta con i piedi a mollo e gli altri a fare il tifo con applauso finale all’uscita. Come lo supero (non lo so neanch’io) mi affretto ad andare in acqua ad aiutare. Gli stivali si riempiono rapidamente ma mi diverto un casino. Gli schizzi d’acqua arrivano alle stelle con Mondaniel che apre il gas per far passare la sua Caponord. Alla fine siamo tutti sani, salvi e bagnati ma con un sorriso che supera le orecchie! Il giro è finito grida qualcuno, ma visto che sono solo le 16 ci sarebbe tempo per un altro guadino facile facile. E allora cosa si aspetta via di gran carriera verso quello che è un guado alquanto insidioso seppur facile. È con il fondo in cemento ma la corrente ti sposta e all’uscita c’è il fango che rompe. Comunque si passa e in cima al salitone sull’argine ci aspetta la pioggia. Si è riuscita ad arrivare e rompe non poco perché e fina e bagna tutto. Ci copriamo e ci avviamo all’asfalto convinti che sia tutto finito. Ma pochi metri dopo incontriamo le solite pozze e Mondaniel nel passare su una di esse ci finisce dentro. Apre a manetta con schizzi di fango alle stelle e ne esce. Proseguiamo così tranquilli che il fango non ci lascerà mai. Arrivati al nastro bituminoso non resta che andare sotto la pioggia ad un bar per rinfrancarci e salutarci. Siamo sporchi e bagnati e dopo esserci rapidamente rifocillati ci ricordiamo appuntamenti, foto, giri da fare e poi ci si saluta: alla prossima!!! Faccio parte del gruppo che deve tornare all’agriturismo e con Carlo si parte sotto l’acqua e con un freddo che si è fatto pungente. Prendiamo una sterrata, quella del mattino che ci porta a 2 km dall’agriturismo. Luciano va piano è pieno di schizzi di fango perché non ha il parafango anteriore e fatica a vedere. Arriviamo all’agriturismo alle 18 circa. Stefano si è offerto di darmi un passaggio con il furgone a Roma e sono bene felice visto i piedi bagnati e surgelati che mi ritrovo. Così dopo esserci cambiati carichiamo le moto ci prendiamo un birra dall’effetto super e salutiamo tutti quanti. Alla prossima e grazie per esserci senza di voi non avrei mai vissuto tutto questo!!!! Un Abbraccio! Claudio Alimonti!!! Considerazioni finali di Gino Chiuppesi: Le previsioni Meteo erano molto brutte e invece della Primavera abbiamo trovato temperature tipicamente Invernali (-3° alle 07:00 del mattino a Celle sul Rigo), tuttavia questo Gruppo è molto attivo e pochi s’impressionano davanti a un Temporale oppure una nevicata fuori stagione! Basta stare insieme e poi si sa: con gli Amici giusti si affrontano anche situazioni titaniche .. figuriamoci un po’ di freddo, acqua, fango e chi più ne ha più ne metta!! Badate bene che l’Avventura non inizia la Mattina sul punto di ritrovo, ma bensì alla Partenza dalla propria Dimora che spesso si trova a 400/500 km da dove si svolgerà il Giro.. Situazioni critiche come quelle di Renatone, Elver e Domenico che sotto il diluvio Universale non riuscivano a trovare il proprio furgone o quella di Smontic che arrivato a Milano dopo 400 km sotto l’acqua e il freddo non riusciva a riconoscere il proprio Armadio di Casa forse fanno riflettere e dire: ma come è possibile affrontare tutto questo con un sorriso da “orecchio a orecchio”, come scrive Claudio Alimonti, e poi c’è l’altro sorriso da Ebete che perdura durante la settimana lavorativa.., senza battere ciglio? Direi che se riusciamo ad unire le Amicizie, quelle vere, con la Passione, quella vera, e il tutto condito in un contesto di No-Profit, quello vero, ecco svelato l’arcano!!! Credo che l’impresa Titanica sta proprio nel riuscire a unire queste 3 cose fondamentali: Amicizia, Passione, No-Profit!! Quelle vere però!!! Questo è quello in cui credo e quello per cui sto lottando da quando sono nato! Sono molto contento per la bella riuscita del Tour ed in particolare per la “maturità” dimostrata da tutti i 41 Partecipanti che, tra tanti meriti, hanno quello di aver fatto “l’elastico” come solo un Gruppo di Amici che escono insieme da una Vita riescono a fare. In oltre 2 Anni di attività nessuno si è mai fatto male e non facciamo certo la Lucca - Abetone! Infine consentitemi una grande soddisfazione Personale per aver portato avanti una mia convinzione che parecchi, se non tutti, non condividevano! Ho dimostrato che con le regole giuste si può divertire una Motorona, io la chiamo Transatlantico, come la Bmw 1150 Adv., o una Triumph Tiger e allo stesso tempo un Ktm 450!! Possono convivere senza creare problemi l’uno all’altro e soprattutto possono, anzi devono, aiutarsi come fossero Fratelli della stessa Famiglia! Quindi ribadisco le mie Regole fondamentali che tante soddisfazioni mi stanno dando: Amicizia, Passione e No-Profit! Quelle vere! In questo Gruppo non ci sarà mai distinzione tra Marche di Motocicli, tra Motorone o Motorette oppure tra Manici e Ragazzi alle prime armi, sia chiaro!!! Chi non condivide questi principi fondamentali è pregato di trovarsi un nuovo Gruppo, grazie! Ringraziamenti: Ringrazio Alessandro Lavorenti, Carlo Bindi, Enrico Bassi, Daniele Monti e Simone Monticelli per aver partecipato alle Ricognizioni e Organizzato questo spettacolare Tour. Inutile dire che questi Ragazzi sono l’anima di Moto in Fuoristrada!! Poi vorrei ringraziare Gerry, Nicola, Antonione e tutti quelli che hanno fatto l’elastico in modo veramente stupefacente. Alle due Donzelle Motorizzate: Maremmalucciola e Giulia per la grande bravura dimostrata. A Davide e Tomaso per aver condiviso questo giorno fantastico in sella alle loro bellissime Mucche! A Renatone, Elver e Domenico per la grande simpatia che li contraddistingue. A tutti gli Elefanti e Super Teneristi per la grande passione e spirito di adattamento dimostrato. A Macs e Mao per averci dato una grande lezione di Vita: 250 km del viaggio di ritorno passati assieme, si, ma uno cavalcava una Bmw Gs 1200 e uno un Husqvarna Te 610!! A Luciano Finardi per le risate del Sabato sera..! A Signo per la dritta sull’ Ammortizzatore del Kle.. E a tutti i Ragazzi che al momento mi sfuggono per lo spirito e la grande simpatia! Infine al Nostro Santo Protettore, Sant’ Ermete, per aver fatto piovere proprio alla fine del Tour; non un minuto prima o uno dopo, ma proprio alla fine!!! Sinceramente credo che lassù qualcuno ci sia; chi non lo so, ma qualcuno c’è, ora c’ho le prove..!! Ci vediamo a Imola!!! Lamps, Gino Chiuppesi. (Uno dei Talebani). |