!!!Via del Sale!!! Off Road!

Report di Giovedì 07 Luglio 2005

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Partecipanti

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5° Uscita del Gruppo! Di Gino Chiuppesi!

!!!Primo Giorno Giovedì 07 Luglio 2005!!!

La sveglia suona alle 07:00 della mattina, io non vedo l’ora di montare sulla mia Kawasaki kle e mettere i Tasselli fuori dall’asfalto. Ho sempre sognato di fare la Via del Sale. Per me ha la stessa importanza di un Cristiano quando passa la Cresima! :-)  In nessun Gruppo ero riuscito a portare a termine questo sogno. Qui, in Moto in Fuoristrada, il mio Gruppo, questo desiderio si sta avverando. Il mio sogno era proprio il voler fare la Via del Sale in Gruppo, senza aver nessun tipo di assistenza e senza dover pagare nessun tipo di organizzatore. Sapete che sono completamente contrario a tutto quello che gira intorno alla nostra passione ed è a fine di Lucro! Quest’ultimo discorso è molto importante per me, deve essere una passione il Denaro non deve esistere! Altra cosa dove non si discute è l’aiuto reciproco. Noi non abbandoniamo nessuno, qualsiasi cosa accada! Siamo in Nove ma è come se fossimo uno solo. Se si ferma uno si fermano tutti, se si prende una decisione si prende tutti insieme. Queste sono le fondamenta di questo Gruppo, in cui credo e che per il momento mi hanno regalato tante soddisfazioni.

Partenza dal Paese di Triora verso le 09:00, siamo in sei: io, Roberto, Alessandro, Paolo, Massimo ed Enrico. Arriviamo a Molini di Triora e troviamo Luca, Franco e Mario. Tutto il Gruppo si muove verso Colla Melosa - Passo del Colle Ardente – Passo Garlenda - Monesi. Appena troviamo il primo sterrato io vado avanti per fare qualche Foto. Trovo una bella pozza con parecchio fango, metto la prima e a passo d’uomo la attraverso. Cacchio!!! C’è mancato poco che mi sdraio! La pozza è profonda ed il fondo è irregolare e fangoso. Bene! :-) Decido di appostarmi li. Il primo che arriva è Enrico con il suo Transatlantico, gli faccio segno di passare. Lui ci passa tranquillo ma come era successo a me si trova in difficoltà; la possente Africa, aggravata da tre borse “flosce”, due laterali e una sistemata nel portapacchi, gli va via di traverso e si spenge. Per fortuna non cade, ma c’è mancato poco! Passano tutti facendo dei discreti numeri, Franco la attraversa a tutto “foco!” Massimo, conoscendomi, prende la strada alternativa. Lo seguono Roberto e Mario. Arriva la scopa, Luca con la sua Gs 650 Dakar. Lui non mi conosce…e si sdraia! Niente di particolare, gli si attraversa la Moto e non riesce a riprenderla. Vedendo la caduta, e dopo che gli avevo fatto una testa grossa così, tornano indietro Roberto e Massimo per attraversare la pozza pure loro. Tutto tranquillo non ci sono ulteriori problemi.

Continuiamo e c’è il primo problema: Mario ha un bauletto sistemato sul portapacchi della sua Kle, con le scosse in Fuoristrada si è rotta una staffa che lo sorreggeva. Lo smontiamo e lo fissiamo in prossimità della sella del passeggero. Non avrà ulteriori problemi.

Saliamo velocemente verso il Monte Saccarello e la statua del Redentore ma la fitta nebbia non ci fa vedere quasi nulla. Peccato! Sicuramente meritava. Adesso ci aspetta il pranzo al rifugio Barbera. Una volta arrivati al Rifugio vediamo che è chiuso per ristrutturazione e sono gia le 14:00! Qualcuno dice: io ho fame! Quanto manca al prossimo rifugio? Dove si va adesso? Enrico è in difficoltà! Guardando la cartina e ricordandosi del Giro fatto in passato ci dice che fino a Col di Tenda non ci sono Rifugi, c’è almeno un’altra buona ora di tempo per arrivare e a breve inizierà un pezzo molto brutto. Io sono entusiasta! Ma non tutti la pensano come me. Alessandro ha una fame che mangerebbe un Cinghiale intero! :-) Come al solito io vado in avanscoperta per fare degli scatti. Mamma mia! Trovo un pezzo non lontano dal rifugio Barbera, su una spianata che poi risale con tornati, molto ma molto difficile. Il fondo è costituito da pietre di grosse dimensioni smosse. Fatico a tenere l’anteriore fermo e mi faccio una bella sudata. Sento delle botte non indifferenti sotto il paracoppa ma non mi posso fermare altrimenti sarebbe dura ripartire. Passato questo punto, intanto che aspetto il Gruppo, penso a come faranno a passare di qui Moto come la Suzuki V-Storm 650 e simili. Secondo me senza paracoppa e senza una discreta esperienza in Fuoristrada, di qui non si passa! Passano tutti con qualche difficoltà, quando però propongo di rifarlo in discesa perché mi era tanto piaciuto, qualcuno proponeva il linciaggio! :-) Arriviamo al tanto sospirato rifugio verso le 15:00 e pranziamo con qualche panino.

Qualcuno comincia ad essere quasi cotto e la Via de Sale è appena cominciata.

Scendiamo a Limone Piemonte per fare benzina e qui succede l’incredibile. Intanto che Paolo va in Farmacia a prendere una pomata per il mal di Collo, (era il minimo che gli poteva succedere, a forza di scalciare, altro che mal di Collo…!) Franco si sdraia con la sua Yamaha da fermo e con il cavalletto posizionato!!! E’ si, si è rotto il cavalletto facendolo ribaltare! Chiedendo dove ci fosse un’officina ci indirizzano nel paese di Robilante dove ci saldano il cavalletto. Ripartiamo per l’ennesima volta verso Demonte e successivamente saliamo fino al Col di Valcavera. Tutto asfalto ma veramente molto bello. In cima al Colle le Moto a Carburatori cominciano a sentire l’altitudine, siamo intorno ai 2500 metri. La nebbia è andata via e vediamo degli stupendi panorami. Ora passeremo per il Col del Mulo, tutto sterrato! Questo pezzo, al sottoscritto è piaciuto moltissimo. Il più bello di tutto il Tour! A Massimo è piaciuto un po’ di meno… La strada è molto stretta, a sinistra abbiamo le rocce e a destra degli strapiombi non trascurabili. Il tutto condito con mille curve e tornanti, per lo più in piano. Anche il fondo non aiuta, come buona parte del percorso fatto c’è molta ghiaia smossa e interi pezzi a terra. Si procede lentamente facendo delle bellissime foto, guai però a distrarsi perché se sbagli una curva o arrivi lungo fai un volo di qualche km! Per me qui si è fermato il tempo. Non penso più a nulla, i miei occhi brillano, sono quasi impazzito nel vedere questo posto stupendo. Non credevo si potessero provare delle emozione per un posto che sta li da sempre e aspetta solo di essere attraversato.

Dicevo che Massimo si è divertito di meno. Infatti, dovete sapere, che il Fiorentino soffre di vertigini e ha una paura morbosa dell’altezza. Io non lo sapevo, me lo ha raccontato alla fine facendomi fare mille risate. Più o meno diceva così: “oh un tu lo sai che paura ho passato io, passavo vicino vicino e pian pianino a Monte della strada. C’è mancato poco che lasciassi la Moto e proseguissi a piedi…!”.

Arriviamo a Preit nel B&B Rifugio degli Elfi verso le 20:00 dove Ceneremo e passeremo la Notte.

La cena è qualcosa di spettacolare: ci fanno assaggiare tutto quello che mangiano loro, ottima cucina Piemontese! Come al solito il buon Vino va a ruba. Credo che ne facciano fuori 5/6 bottiglie! Andiamo a dormire dopo la mezzanotte in quattro camere: io, Roberto, Massimo e Luca nella prima;  Enrico, Paolo e Mario nella seconda; Alessandro e Franco in due singole. Mi vado a lavare i denti e al mio ritorno in camera sono tutti ko! Di solito chiacchiero un po’ prima di dormire ma evidentemente la fatica si stava facendo sentire. Dopo tre secondi mi addormento pure io.

Anche il Primo Giorno è concluso. Ho scoperto e conosciuto due personaggi veramente simpaticissimi. Uno è Mario e l’altro è Franco. Mario è un gran chiacchierone, non si zitta mai, ma almeno sa cosa dice! :-) Diceva di essere alle prime armi e invece andava come un Treno! Non capisco come fa a non rovinare il paracoppa della sua Moto, (Kle come la mia) mentre io lo distruggo! Prima o poi lascio mezzo Motore da qualche parte. Franco è la classica persona che ha molta esperienza e vive la propria passione con la massima intensità possibile. Un po’ come il nostro Enrico Bassi per capirci. In più conosceva anche parte dei posti attraversati e aveva una cartina con se. Un validissimo aiuto per il nostro Enrico. Tutti e due si sono integrati subito nel Gruppo facendoci fare mille risate.

Lamps, Gino Chiuppesi. (Uno dei Talebani).
   "Comunque vada ne è valsa la pena!"